F. Ballinari: Il Ticino e la lotta al fuoco

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Titel
Il Ticino e la lotta al fuoco. Storia sociale di un rischio collettivo


Autor(en)
Ballinari, Fabio
Erschienen
Locarno 2017: Dadò
Anzahl Seiten
361 S.
von
Giannò Talamona Vanessa

F. Ballinari si è diplomato in storia contemporanea, storia moderna e antropologia sociale all’Università di Friburgo con la tesi di laurea Storia di un disastro. Il grande incendio di Airolo del 17 settembre 1877. Pubblicato nel 2010, lo studio è stato premiato con una menzione speciale da parte del Premio Migros Ticino 2009 per ricerche di storia locale e regionale della Svizzera italiana. Il tema è stato ulteriormente approfondito e ampliato nell’ambito di un dottorato in storia contemporanea, conseguito da Ballinari nel 2015 presso l’Università di Friburgo. Il volume qui presentato, tra l’altro eseguito nel quadro delle borse di ricerca assegnate dal Cantone Ticino, presenta i risultati di quest’ultima indagine riguardante la lotta al fuoco nel Canton Ticino tra Ottocento e inizio Novecento.

Lo studio si inserisce nel filone storiografico sviluppatosi da una ventina d’anni a questa parte attorno alla tematica della gestione dei rischi e delle catastrofi, in una prospettiva di storia culturale. Seguendo in particolare le orme di François Walter e della scuola storica di Grenoble – R. Favier e A.-M. Granet-Abisset per tutti –, Ballinari costruisce la ricerca attorno alla formazione e allo sviluppo della “cultura del rischio”. La definizione antropica della catastrofe naturale (la valanga non è di per sé una catastrofe se non coinvolge direttamente l’uomo e i suoi beni) e la «costruzione sociale» del rischio (in ambito preventivo e interpretativo) conferiscono alla storia della catastrofe una dimensione “totalizzante”, come ben si spiega nel volume, in quanto capace di fare confluire implicazioni di natura politica, sociale, culturale, legislativa, economica, ambientale e urbanistica attorno a un unico evento catastrofico centrale. Si tratta di eventi che colpiscono la vulnerabilità delle società, che ne determinano una reazione composita e che vengono tramandati ai posteri – in quanto percezione e gestione del rischio – trasfigurandoli in oggetto culturale.

F. Ballinari alterna qui il focus sulla realtà cantonale e locale in successione cronologica. Esordisce con un inquadramento concettuale e teorico (Introduzione); prosegue con l’esposizione del rischio d’incendio e delle misure legislative, assicurative e assistenziali dibattute e adottate dal Cantone nel corso dell’Ottocento (Parte prima); si focalizza su due casi di studio – Locarno e Airolo – in cui la cultura locale del rischio si distingue per le diverse modalità di prevenzione e gestione del fuoco (Parte seconda); ritorna infine sui dibattiti e sulle misure messe a punto dal Cantone nel primo Novecento mettendone in evidenza le precarie condizioni finanziarie (Parte Terza).

Il volume espone l’evoluzione della percezione del rischio da parte della popolazione e delle autorità, mediante i dibattiti sorti attorno alla problematica del fuoco, e mostra le svariate modalità di gestione degli incendi messe in atto a livello locale e cantonale con l’elaborazione di strumenti di prevenzione e gestione del fuoco, quali ad esempio la realizzazione di funzionali sistemi di approvvigionamento idrico, la pianificazione urbana razionale, l’uso di materiali ignifughi per la costruzione degli edifici, la costituzione di servizi destinati alla lotta al fuoco (il corpo dei pompieri), e ancora la realizzazione di atti di solidarietà per fare fronte alle emergenze (collette private, mutua assistenza, assistenza pubblica, assicurazioni). Si profila quindi una progressiva costruzione sociale del rischio di incendio nel Cantone Ticino con il graduale trasferimento delle responsabilità sull’Amministrazione Cantonale.

L’autore sfrutta la versatilità della catastrofe dell’incendio – come annunciato negli intenti – per studiare il processo di unificazione cantonale sui vari piani (amministrativo, giuridico, politico, economico e sociale). Nei fatti, questi viene rallentato dalle lotte di potere intestine – dettate da forze centrifughe locali (comuni, patriziati, parrocchie) gelose delle proprie autonomie amministrative –, e dalle difficoltà finanziarie. Attraverso il dialogo tra i vari attori sociali, economici e politici convogliati nella gestione dell’incendio è esposto, oltre al percorso politico, anche il processo di modernizzazione legato a questo periodo storico. La cultura del rischio sviluppata in questa fase è contraddistinta sia dal passaggio politico che dalle nuove fragilità della società moderna, che favorisce e al contempo aiuta a prevenire l’incendio con l’adozione di soluzioni originali. Se da un lato, per esempio, le nuove tecniche di illuminazione e i lavori ferroviari ne accrescono il rischio, dall’altro la necessità di prevenire gli incendi fa sì che si elabori un sistema idrico localizzato, e che si realizzi una pianificazione moderna e razionale dei centri abitati.

La ricchezza della documentazione proveniente dagli archivi locali (Archivio di Stato, archivi comunali di Locarno e Airolo, stampa e letteratura dell’epoca) – che l’autore padroneggia –, getta nuova luce sugli atteggiamenti della popolazione e delle utorità verso il rischio di incendio e la sua gestione. Un piccolo rammarico riguarda la sensazione che l’autore non abbia saputo coniugare appieno i concetti ben esposti nelle premesse concettuali all’analisi condotta nel corso del volume. Lo studio offre in ogni caso un’analisi molto approfondita e ben documentata del dibattito e dell’evoluzione della cultura del rischio di incendio nel neonato Canton Ticino ed espone dati di archivio il cui interesse è indubbio anche per ulteriori ricerche. Si pensi in particolare ai dati riguardanti lo stato economico e famigliare delle vittime degli incendi – nel caso per esempio delle indagini svolte nel quadro delle questue –; alle informazioni sul paesaggio costruito ticinese dell’epoca (nelle polizze assicurative stipulate dall’azienda cantonale); alle attività professionali (nella codificazione delle consuetudini locali relative all’elaborazione della paglia, del legno, all’uso dei forni destinati alla cottura del pane, ecc.). Informazioni di cui altri storici, si auspica, faranno uso per ulteriori ricerche sul Cantone.

Zitierweise:
Giannò Talamona, Vanessa: Rezension zu: Besomi, Ottavio; Barelli, Stefano: Le imprese mariane della chiesa dell’Assunta di Locarno, Capriasca 2019. Zuerst erschienen in: Archivio Storico Ticinese, 2019, Vol. 166, pagine 177-178.

Redaktion
Zuerst veröffentlicht in

Archivio Storico Ticinese, 2019, Vol. 166, pagine 177-178.

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